non ricordi acqua piovana sulle pietre fluviali degli occhi e voci come aria suonata dai vivi sconnettono il senso dei discorsi e senti di avvicinarti a Negarville
la valle e scomparsa sotto un lago d'orzata compatta da qui ad Alessandria la grigia in un liquefarsi di giorni notturni umori e condense ammuffiscono
non fa male sono parti non mie non e grave si sopravvive occhi non miei voci non mie gesti non miei mani non mie giorni non miei notti non mie
l'organismo immateriale che regge i rapporti quando io mi allontano mi ha mosso passi labbra gesti cosi l'automa ha sorriso e scherzato mentre stavo
treni caldi e stanchi sussultano in corsa agli aghi degli scambi in balia di nessun mare pigri tra clivi in un percorso locale in un torpore sonnesco